La storiaAccanto ad una variegata produzione agricola, negli anni 80 del 1800 si introdusse la coltivazione delle viole:esse provenivano dalla località francese di Ollioulles-Var ad opera di alcuni emigranti stagionali villanovesi che ne avevano appreso la tecnica di coltivazione.Le colture in pieno campo erano riparate dal freddo con cannicci – realizzati con canne palustri legate insieme e poste su sostegni in legno – orientati a mezzogiorno.A seguito della realizzazione della tratta ferroviaria Genova-Ventimiglia, terminata alla fine del 1873, la produzione di violette di Villanova d’Albenga, oltre al mercato nazionale, ebbe l’accesso ai mercati del nord Europa.La raccolta veniva effettuata manualmente dalle donne delle famiglie villanovesi a partire dalla metà di ottobre per concludersi a fine marzo. I fiori erano composti in mazzi di 24 attorniati dalle foglie delle stesse violette e legati allo stelo con un filo di cotone. I mazzetti erano poi spediti in cestini di canne preparati appositamente anch’essi a Villanova.A fine fioritura le foglie venivano recise per essere esportate a Grasse (Francia) dove erano utilizzate per la produzione dell’essenza di violetta.La coltivazione delle viole divenne così importante da essere rappresentata anche nello stemma comunale con un mazzetto di violette posto accanto alle torri medioevali.Alla fatica ed alla dedizione delle donne villanovesi si dedica questa statua.