Descrizione
Tra le coltivazioni floricole di Villanova, verso la fine del 1800 si aggiunse quella delle viole provenienti da Ollioulles-Var, località francese dove alcuni villanovesi si erano stabiliti, apprendendo le tecniche di coltivazione di questa pianta.
Dalla Francia, le prime violette importate furono messe a dimora in località "Giairette", riparate da cannicci e successivamente la coltivazione si allargò alle zone nei dintorni del borgo e sui terreni dell'attuale aeroporto, prima che, nel 1924 iniziassero gli espropri per la sua costuzione. Altre aree di coltivazione divennero in seguito Coasco, Collette e Branche. Le canne palustri della pianura di albenga venivano unite per creare i cannicci distesi su tralicci di legno con un'inclinazione tale da consentire allo stesso tempo protezione dal gelo e un'esposizione ottimale ai raggi del sole. Per via di queste strutture protettive, la raccolta delle violette era difficoltosa e costringeva i raccoglitori a ore di lavoro accovacciati anche sotto la pioggia.
La raccolta e la creazione dei mazzetti avveniva tra la fine di ottobre e la fine dimarzo, principalmente ad opera delle donne della famiglia, le quali legavano con filo di cotone 24 violette (oggi 20), attorniate da alcune delle loro foglie. I mazzetti erano poi spediti sui mercati italiani ed esteri su cestini di canne preparati appositamente.
A fine fioritura le foglie delle piantine venivano tagliate ed esportate a Grasse (Francia) per la creazione dell'essenza di violetta.
La vendita dei mazzetti a Villanova avveniva nell'odierna Piazza Mazzini, ma successivamente si decise di spostarla nella zona porticata detta "Barbacana", presso la porta ovest del centro storico. Il primo vero mercato coperto risale tuttavia agli anni '30. Si trattava di una struttura in ferro a capriate situata in piazza Torretta e venne utilizzata fino al 1974, anno di costruzione del Salone dei Fiori e di costituzione della Cooperativa floricoltori.
Oggigiorno la produzione delle violette purtroppo è stata abbandonata.
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